Le emissioni fuggitive (E.F.) comprendono tutti quei rilasci, accidentali o dovuti all’invecchiamento dei componenti impiantistici, di sostanze inquinanti ad effetto serra. Si stima che le E.F. rappresentano una quota significativa delle emissioni di gas serra di origine antropogenica raggiungendo la quota del 5% delle emissioni globali.

La Greenhouse Gas Protocol Initiative, include le Emissioni Fuggitive tra le fonti principali di emissioni dirette di GHG (SCOPE 1):

“These emissions result from intentional or unintentional releases, e.g., equipment leaks from joints, seals, packing, and gaskets; methane emissions from coal mines and venting; hydrofluorocarbon (HFC) emissions during the use of refrigeration and air conditioning equipment; and methane leakages from gas transport.”

La valutazione dell’impatto di tali emissioni sull’effetto serra passa attraverso il calcolo del Global Warmig Potential (GWP), necessario per stimare le tonnellate equivalenti di CO2 derivanti appunto dalle emissioni di tipo fuggitivo.

Come è noto esistono diversi studi e pubblicazioni sul calcolo del GWP di sostanze come metano e cloro-fluoro-carburi (CFC), principali responsabili sia dell’effetto serra sia del buco nell’ozono. La categoria dei composti organici volatili (COV), d’altra parte, comprende un così elevato numero di sostanze, che si è preferito stimare un valore di GWP complessivo per area geografica. Anche perché, ogni area geografica possiede peculiari condizioni climatiche che influenzano in modo diverso la vita dei COV in atmosfera e quindi in ultima analisi il corrispettivo GWP.

Un esempio di stima di GWP (20 e 100 anni) è stata pubblicata sul Report (IPCC) del 2013 di cui presentiamo un estratto:

Collins et al. nel 2002, ha calcolato i GWP per 10 composti come etano, propano, butano etc.

Si citano, infine, altre pubblicazioni inerenti il ruolo dei COV nell’ambito del cambiamento climatico:

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